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Il «greenwashing» di BP: investe più in petrolio che in fonti rinnovabili

Esattamente vent’anni dopo la ridenominazione sociale da British Petroleum in Bp, accompagnata dal nuovo slogan «Beyond Petroleum» («Oltre il petrolio») e dall’azione del nuovo brand «Helios» che richiama il sole e quindi le energie rinnovabili, il colosso britannico è di nuovo nel mirino, ritenuta «colpevole» di avere fatto solo azioni di «greenwashing». La Bp è stata infatti criticata per continuare a privilegiare i combustibili fossili rispetto all’energia verde, dato che nel 2023 prevede di spendere il doppio per i progetti di petrolio e gas rispetto agli investimenti nelle energie rinnovabili. Il Guardian riporta che l’azienda ha stanziato 7,5 miliardi di dollari per i progetti su petrolio e gas, contro una cifra compresa tra i 3 e i 5 miliardi di dollari per l’energia verde.

Un miliardo per gli idrocarburi resistenti

Bp prevede di aumentare la spesa per gli «idrocarburi resistenti» – petrolio e gas, raffinazione e progetti bioenergetici – fino a un miliardo di dollari nel 2023. Nel 2021 l’azienda ha speso 12,8 miliardi di dollari e prevedeva di spendere 14-15 miliardi di dollari quest’anno e poi 14-16 miliardi di dollari all’anno tra il 2023 e il 2025. All’interno di questa cifra, gli investimenti in «idrocarburi resistenti» aumenteranno da 9 miliardi di dollari nel 2022 a «9-10 miliardi di dollari all’anno» dal 2023 al 2025, di cui 7,5 miliardi di dollari all’anno per progetti di petrolio e gas. BP intende inoltre investire da 3 a 5 miliardi di dollari all’anno in progetti energetici «a basse emissioni di carbonio” tra il 2023 e il 2025, salendo a 4-6 miliardi di dollari all’anno nella seconda metà del decennio. BP prevede inoltre di spendere altri 2-3 miliardi di dollari nella sua divisione «convenience and mobility», che comprende i suoi punti vendita di carburante e le attività di ricarica dei veicoli elettrici.

Le critiche

Tuttavia, l’azienda è stata criticata per non essersi mossa più rapidamente nel settore delle energie rinnovabili, che comunque all’inizio del 2025 saranno la prima fonte di energia elettrica nel mondo. «Dove si spendono i soldi dice molto sulle priorità – ha dichiarato Mike Childs, responsabile delle politiche di Friends of the Earth -. È stupefacente che, nel bel mezzo di un’emergenza climatica, la BP stia pianificando di investire miliardi di dollari in più nei combustibili fossili che riscaldano il Pianeta piuttosto che nelle energie rinnovabili pulite e verdi».

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