fbpx

Menu

Qualità personali: come vederle e riconoscerle

Le nostre qualità personali sono le più difficili da vedere. Quando nei paraggi non si sono più genitori a ricordarcele – ammesso che l’abbiano mai fatto – è quasi sempre il critico interiore a prevalere. Di rado siamo contenti di quello che siamo e delle nostre qualità personali. Nel flusso continuo di pensieri che ci accompagna durante tutta la giornata, di solito sono le critiche a prevalere.

Quando le qualità personali non riescono a emergere

Se ripercorriamo la prima parte della nostra vita, possiamo notare come le nostre qualità personali abbiano sempre fatto fatica a emergere, a venire alla luce:

  • Nella prima infanzia, può darsi che siamo stati fortunati da avere genitori che ci hanno aiutato a vedere il bello e il buono presenti in noi, oltre alle nostre specifiche qualità personali. Ma può essere anche che il loro sguardo su di noi sia stato guidato dalle loro aspettative, e questo è il caso più frequente. Le aspettative non sono altro che proiezioni dei desideri dei genitori, del loro ego, e non aiutano certo le nostre qualità personali a emergere.
  • A scuola, abbiamo imparato a confrontarci con gli altri, grazie a un sistema di valutazione basato sull’aritmetica del voto. Il voto, specie se numerico, implica un confronto con gli altri. Questo approccio basato sul confronto ci è poi rimasto come imprinting per tutta la vita.
  • Nella vita adulta, le nostre qualità personali si sono ritrovate ormai oscurate, poco conosciute – perfino da noi stessi – e poco valorizzate.

È dunque importante e prezioso saper vedere le proprie qualità personali. Se non ci siamo mai riusciti – o se persino non ci avevamo nemmeno mai pensato – facciamo sempre in tempo a dedicarci a questo compito essenziale. Il compito di riconoscere le nostre qualità personali. È uno dei più bei regali che possiamo fare a noi stessi. Fare del bene a se stessi, se le intenzioni di partenza non sono egoiche, significa fare del bene anche alle persone intorno a noi. Se impariamo a riconoscere le nostre qualità personali, ci sarà molto più facile saper riconoscere le qualità personali altrui.

Riconoscere le nostre qualità personali

Il metodo che propongo per riconoscere le proprie qualità personali è la meditazione. Immagino questo non vi stupirà, se siete lettori di questo blog.

Si tratta in questo caso di una meditazione guidata molto efficace, che ci aiuta a riconoscere le qualità personali che abbiamo già dentro, in modo che possano crescere e donarci realmente nuova vita.

Il metodo proposto è abbastanza semplice. Qualunque sia la nostra personalità, e soprattutto qualsiasi sia l’opinione che abbiamo di noi stessi, possiamo riconoscere che, nella nostra mente, sono comunque presenti dei “semi” positivi. Delle qualità, anche se, in certi casi, poco visibili. Con la meditazione, possiamo riconoscerle una per una, individuarne il valore rigenerante e così creare le premesse per farle crescere.

1) La meditazione comincia, come al solito, con la concentrazione sul respiro, per ritrovare l’unità della mente col corpo e col qui ed ora.

2) Poi si comincia ad entrare in contatto con la prima delle qualità personali:

Inspirando, sono in contatto con l’energia della presenza mentale in ogni cellula del mio corpo.

Espirando, mi sento nutrito dall’energia della presenza mentale che c’è in me.

Dunque, devo prima riconoscere di avere effettivamente questa qualità, la presenza mentale. Se pratico la meditazione, non è difficile ammetterlo. Poi, piano piano – respiro dopo respiro – prendo consapevolezza di quanto questa qualità sia preziosa e vada coltivata. Ci resto per un po’ in contatto. Me la godo: è proprio qui, dentro di me!

3) Successivamente, passo alle altre qualità personali: la solidità, la saggezza, la compassione, la pace, la libertà, il risveglio. Per ognuna di esse, devo solo fare lo sforzo di ammettere che siano presenti in me, anche se in misura minima.

Tutto qui. Alla fine prevale una sensazione piacevole. Per un quarto d’ora sono stato in contatto con una persona piacevole, piena di qualità. E questa persona sono io! Da questa consapevolezza, però, è difficile che scaturisca orgoglio. Il nostro sguardo, mantenuto vigile dalla presenza mentale, è stato equanime.

Col tempo, ripetendo questa meditazione, si scopre come, con alcune di queste qualità personali, sia più difficile entrare in contatto. Sono quelle più nascoste e sacrificate, sulle quali possiamo lavorare.

Nota finale. Questa meditazione, tratta dal maestro Thich Nhat Hanh, parla di “richiamare alla mente la propria bontà e la propria natura di Buddha“. Cosa significa? Chi era il Buddha, e cosa ha a che fare con noi? È lo stesso maestro zen a spiegarci che il Buddha (“il risvegliato”) non è certo una divinità, ma una persona “normale”, come noi, che ha solo la particolarità di aver raggiunto l’illuminazione. In ciascuno di noi ci sono già quelle stesse caratteristiche, una per una: è sufficiente coltivarle ed alimentarle, per farle crescere.

Categorie